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IL TREKKING DELLE MARITTIME E ARGENTERA

Una lunga cavalcata negli angoli più belli del Parco Naturale Alpi Marittime

15 07 MarittimeTrek 6466 smallE' stata lunga, è stata dura, ma è stato un bellissimo trekking dove non ci siamo fatti mancare nulla. Gruppo piccolo, forse troppo, ma a parte una defezione causa malattia tra i candidati di questo giro ho dovuto fare selezione perchè due su quattro giorni sono piuttosto impegnativi e occorre avere un po' di preparazione sia fisica che di piede giusto.

In primis gli ambienti attraversati sono stati fantastici, il meteo ci ha assistito alla grande, qualche pecca nei rifugi in particolare l'ultimo dove una bianca sbobba insipida è stata trangugiata solo per fame.... ora capisco il detto: In tempo di guerra si faceva buono tutto.... noi in realtà abbiamo dormito in quello che un tempo era un ricovero militare! In questo racconto lascerei parlare le foto che hanno molto da dire!

1° GIORNO: Con un abile mossa e sdoppiandomi facciamo il trasbordo auto alla partenza e all'arrivo e in men che non si dica tra le nebbie di un annunciato temporale mai arrivato raggiungiamo il rifugio. E' primo pomeriggio che fare? nella speranza che le nebbie si diradano ci facciamo un giro ma appena fuori: "boom!" sentiamo in lontananza un tuono. In questi casi uso la teoria del terzo botto! al terzo "bu boom" giriamo i tacchi e rientriamo in rifugio. Il terzo botto non è mai arrivato e salendo verso un colle per sgranchirci le gambe facciamo un delizioso incontro

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Le nubi sembra si diradino e un pallidissimo sole sembra voler bucare le nubi ma è stato solo un momento fugace. Tornati al rifugio ci aspetta la cena, un bel partitone a scala quaranta e poi tutti a nanna che domani si cammina.

2° GIORNO: "tin tin... tin tin.... tin tin" la sveglia non suona perchè mi alzo un'ora prima di lei! mentre tutti dormono do uno sguardo fuori: cielo terso e sta iniziando ad albeggiare. Non resisto ed esco a scattare un paio di foto all'Argentera

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Oggi la tappa non è lunga ma è "tecnica" possiamo prendercela comoda ma non troppo perchè nel pomeriggio sono previsti possibili temporali. Ci incamminiamo all'ombra della Testa della Rovina che ci nasconde il sole. Il gruppo procede con un bel passo, tranuillo e costante ed in breve siamo già belli alti dove salutiamo il nostro rifugio

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Il sentiero dopo circa metà percorso diventa sassoso, per poi lasciare spazio ai detriti e ai nevai, qui vedo le prime faccie da "sbuff sbuuff" allora tiriamo su il morale alla ciurma con qualche barzelletta, riservando a dopo lo spiegone!

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Raggiunto il passo il forte vento ci fa stare solo pochi istanti, così scendiamo verso un luogo più riparato dal quale possiamo consumare il nostro rancio escursionistico in santa pace al sole.

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Pausa pranzo, pennichella e poi si va a vedere il lago di Nasta nascosto tra le rocce sotto l'omonima cima. Qui inizia il mio delirio mentale di questi quattro giorni! il mio cervello non è molto connesso confonde le valli, dimentica i nomi, nomignoli e altre cose... meno male che ho un valido aiuto con me! che con qualche scappelloto mi dice che sto sbagliando valle! Insomma ma sto passo dei detriti, dove cavolo si trova?!

Il lago è incantevole, ma qualche nube scura sembra insistere assieme ad un bel vento, quindi scendiamo verso il rifugio. Nella discesa qualcuno decide di fare una capriola tra i massi per fortuna senza conseguenze, ma i blocchi rocciosi sono piuttosto infidi e occorre stare sempre attenti.

Arriviamo in rifugio e veniamo accolti da loro

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Non sappiamo se a darci il benvenuto sono i rifugisti oppure loro! Ce ne sono tantissimi e sono ovunque. Questi stambecchi sono così abituati alla presenza umana che si possono persino avvicinare. Così però non c'è il gusto del selvatico! 

Il pomeriggio passa tra una partita a Shangai, una birra e una mezza pennica prima della cena e poi del riposo notturno che arriva presto.

3° GIORNO: Lo battezzo come il giorno dei: "dai che ci siamo quasi", "tranquilli che adesso spiana", "vi nascondo le tempistiche dei cartelli perchè se no mi fucilate", "il passo è 100 m sopra, dai che facciamo una capatina!".

Ammetto la tappa di oggi è davvero lunga e vista la giornata splendida l'abbiamo anche allungata, perchè siamo venuti qui per soffrire! Scherzi a parte i miei escursionisti sono stati tenaci e bravissimi in questo lungo giro, non nascondo che ha stancato anche me e l'ultimo tratto che ci portava al rifugio è stato infinito! Ma tutta la fatica è stata ricompensata da questo

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Ma anche da scenari come questi, dove è d'obbligo pucciare i piedi nelle fredde acque dei laghi glaciali.

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Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il piccolo piccolo rifugio, dove ci sistemano in una minuscola camera con un minuscolo corridoio a fianco a un minuscolo bagno. Tutto minuscolo a parte il panorama che è grandioso! La cena indimenticabile grazie alla zuppa così delicata da non sapere quale gusto aveva, mentre le mezze penne che ci galleggiavano erano abbondantemente cotte e ricotte! Archiviato il caso zuppa, attendiamo la stellata ma le velature nascondono le stelle e quindi tutti a nanna.

4° GIORNO: Tappa di rientro ma senza prima non godere di meraviglie come il lago del Claus con le sue isolette e la sua penisola ricca di fiori, qui la nostra esperta di flora, che ne conosce più di me si è divertita a riconoscerli e a cercare fiori. Io come un giapponese mi sono messo a fotografare tutti i fiori per arricchire il mio archivio botanico.

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Oggi la tappa non è difficoltosa e nemmeno lunghissima, ma le gambe sono stanche e dopo essere scesi al pianoro sottostante ci fiondiamo al Valasco per un piatto di pasta prima di scendere all'auto e tornare verso casa.

Che dire, complimenti a questo ristretto gruppo che ha camminato, faticato tanto e che non ha mai tentennato nonostante "l'allungo" della terza tappa ma che come sempre si è rivelata una ottima scelta per la bellezza del luogo. Abbiamo macinato parecchi chilometri e salito dislivelli importanti ma il bello del trekking è anche la fatica positiva che ci regala soddisfazioni e ci fa sentire vivi e forti. Anche il contatto con la natura, l'assenza di auto per quattro giorni, il vento e gli incontri con altre specie hanno reso tutto estremamente piacevole. Nella foto facce ancora assonnate di primo mattino!

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  Le Vie Selvagge di Davide Adamo
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