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DEVERO E BUSCAGNA LE GRANDI FIORITURE PRIMAVERILI

Una allegra e spensierata escursione tra le meraviglie della perla ossolana

LNeroBuscRed 5543Che fatica far partire questa escursione! Le previsioni meteo ci hanno fatto preoccupare fino al giorno prima, quando davano pioggia alternata a schiarite per tutta la giornata. Poi nel pomeriggio di venerdì la svolta!

Tempo previsto: al mattino sole e qualche nube, al pomeriggio sole e annuvolamenti con temporali serali. In confronto a quelle dei giorni precedenti sono molto incoraggianti, così anche il morale è alto.


Partiamo in cinque, macchina piena e compagnia allegra fin dal mattino e raggiungiamo Devero in una bella giornata di sole. Per prima cosa ci infiliamo al bar per la lauta colazione e poi via ai preparativi per l’escursione.

Alla partenza e con il morale alto ci incamminiamo lungo il sentiero per l’Alpe Misanco. Qui è un esplosione di colori e fiori, siamo circondati da anemoni, orchidee, pigami. La salita non è mai troppo faticosa e, tra un ruscello e qualche scorcio panoramico verso la bellissima cascata che scende dalla Val Buscagna, ci godiamo i suoni che provengono dal bosco: acqua, uccelli e insetti; richiami e versi a noi a volte incomprensibili, ma molto affascinanti. Tra qualche pausa fotografica e le mie spiegazioni, raggiungiamo l’Alpe Misanco. Qui la neve si è sciolta da poco e possiamo assistere alla fioritura tipica della primavera montana: i crochi. I prati ne sono pieni e risaltano dall’erba ancora ingiallita. Chi per la prima volta assiste a queste fioriture ne rimane estasiato. Mentre saliamo riusciamo ad avvistare qualche marmotta e un bell’esemplare di stambecco con il pelo in muta, che sta leccando i minerali dalle rocce.

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Ci concediamo una pausa a Misanco e nel frattempo vado in perlustrazione per verificare che la neve non sia troppo d’ostacolo alla salita, ritorno quindi dal gruppo per accompagnarlo al Lago Nero. La neve crea qualche piccola fatica in più e rende la progressione più faticosa. Qualcuno sospira la classica frase “ma chi me l’ha fatto fare, questa è l’ultima volta!” ma raggiunto il lago rimane estasiata quanto gli altri e si convince del contrario: una delle cose che la montagna insegna è che nulla si raggiunge senza un po’ di fatica e qualche ostacolo.

Per raggiungere il Lago Nero occorre passare tra una zona di massi ma la neve ne copre i buchi; con cautela cerco il passaggio migliore per arrivare in riva al bellissimo lago senza troppe difficoltà. Davanti a noi il panorama è stupendo, alla nostra destra sfilano tutte le cime che separano il versante Italiano da quello Svizzero tra le quali svettano: il Cervandone, il Cornera e l’Helsenhorn; sullo sfondo vediamo il Pizzo di Boccareccio e la Scatta d’Orogna ovvero la porta di accesso alla valle Bondolero.

Visto che il tempo è ancora stabile e abbiamo a disposizione ancora qualche ora, facciamo la pausa pranzo al lago, accompagnati dal gracidio delle rane montane che in questo periodo di risveglio dal letargo sono in piena attività. Mentre il gruppo pasteggia allegramente decido di andare di nuovo in perlustrazione per verificare che la neve sia percorribile senza altre difficoltà e mentre scendo verso la Val Buscagna faccio un gradito incontro con una rana che “riposa” sulla neve, non posso non farle qualche foto per poi proseguire fino in basso. La neve è perfetta, zone con buchi non ce ne sono e quindi posso tornare al lago per riunirmi al gruppo.
LNeroBuscRed 5549C’è una pace assoluta ed invito tutti a chiudere gli occhi per un minuto per ascoltare i suoni che provengono dal bosco e dalle praterie circostanti. Sentiamo il cinguettio di qualche fringuello, il canto di qualche cincia mentre in sottofondo continua il gracidio delle rane, che qualcuno paragona ad una gara di motocross!

Dopo poche decine di minuti ci incamminiamo di nuovo per scendere in Val Buscagna dove facciamo l’incontro con altre marmotte mentre nelle zone dove non c’è più neve troviamo tanti crochi che impreziosiscono il bellissimo panorama. Le nuvole sembrano essere un po’ più minacciose e decido che è meglio iniziare a scendere, per evitare di fare una doccia prima di essere ognuno a casa propria!!
Una volta scesi a Devero, ci concediamo una bevanda in rifugio raccontandoci le esperienze e le impressioni della giornata.

Complimenti a tutti i partecipanti dai veterani alle nuove leve dell’escursionismo che spero coltivino questa buona pratica per il futuro. Imparare a conoscere e convivere con gli altri abitanti del nostro pianeta è qualcosa che non va mai tralasciato.

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  Le Vie Selvagge di Davide Adamo
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