PREVENIRE E’ MEGLIO CHE SALVARE!
La prevenzione del pericolo valanghe è prioritario all'autosoccorso
Come ogni inverno arriva, ed ultimamente è sempre in ritardo, la tanto desiderata neve o come la chiamano gli amanti dello sci la “polvere”. Insieme alla brama di calzare gli sci o le ciaspole per calpestare il candido manto bianco, ci sono purtroppo i pericoli legati alle valanghe. Se osserviamo i dati climatici delle nostre Alpi, gli ultimi inverni sono stati piuttosto anomali: lunghi periodi miti con temperature che rasentano quelle di inizio autunno seguiti da periodi umidi con il limite delle nevicate sopra i 1000 / 1500 m e sporadici periodi di freddo intenso.
Queste anomalie oltre a destabilizzare il normale ciclo del mondo vegetale e animale, destabilizza anche la neve caduta al suolo. Se poche decine di anni fa si iniziava la “stagione scialpinistica” a Marzo quando la neve è di norma più assestata e le giornate più lunghe, oggi nell’era del “tutto subito” la si cerca già a Novembre. Negli ultimi anni si sono aggiunti anche i “ciaspolatori” o “racchettatori” che calcano più o meno la traccia degli scialpinisti per la loro "felicità" (è noto l'odio dello scialpinista nei confronti del ciaspolatore).
A Dicembre e Gennaio la neve è generalmente diversa da quella di Marzo e Aprile per vari fattori come temperature, irragiamento solare ecc… Le valanghe però scendono in qualsiasi mese e occorre conoscere bene questo elemento per evitare di finirci sotto e purtroppo a volte non basta.
Come fare per evitare di non tornare a casa? Molti insistono sul portare con se gli strumenti di autosoccorso come ARVA PALA E SONDA, molto utili quando la “frittata” è fatta, ma pochi parlano di prevenzione. Questi attrezzi sono indispensabili e obbligatori, ma come dice una pubblicità famosa: prevenire è meglio che curare
Ci sono cinque elementi fondamentali di prevenzione che ci aiutano ad evitare incidenti:
STUDIO DEL PERCORSO: Se decidiamo di intraprendere un percorso oltre a studiarne il tracciato, occorre valutare quali sono le zone a rischio, quali i punti sicuri ed eventuali fughe o alternative di percorso più sicure. Occorre tenere presente l’esposizione dei versanti e valutarli a seconda del periodo, delle temperature e dell’irraggiamento solare. Tenere presente che tutti i pendii superiori ai 25° - 27° di pendenza sono potenzialmente a rischio, ma non solo anche quello che sta sopra di noi occorre tener presente anche se ci troviamo in un tratto pianeggiante.
LEGGERE IL BOLLETTINO VALANGHE: Saper interpretare bene il bollettino valanghe è fondamentale, ma non solo, occorre andare anche a vedere a ritroso i bollettini precedenti, studiare l’evoluzione meteo precedente e quella prevista per avere un quadro completo della situazione generale.
VALUTARE LA NEVE SUL POSTO: Il bollettino ci da una indicazione di rischio generale, ma ogni pendio ha una sua storia dettata dall’orografia, dai venti, da quanto sole prende e altri fattori. Quindi, un escursionista o alpinista attento, deve saper valutare questi elementi e formulare una decisione saggia.
CAMMINARE CON CONSAPEVOLEZZA: Quando si è in compagnia a volte si trascurano alcune semplici norme di comportamento. Spesso capita di trovare gruppi numerosi accalcati su un pendio ripido, questo per esempio è da evitare perchè il troppo peso potrebbe destabilizzare la neve e creare una valanga. Nei tratti a rischio occorre restare distanziati ed evitare le soste. Controllare se durante la giornata si sentono scaricamenti di neve o se le temperature sono più alte o più basse di quelle previste per avere ulteriori informazioni utili per elaborare le nostre decisioni del momento.
SAPER RIUNUNCIARE: La rinuncia non è una sconfitta! Se il percorso che stiamo andando ad affrontare ha dei punti a rischio che ci lasciano dei dubbi e non ci sono alternative sicure, meglio girare i tacchi e tornare a valle per mangiarsi una buona polenta! Vi assicuro che come alternativa non è per niente male!
E poi? Portarsi sempre dietro ARVA PALA E SONDA. Errare è umano e può capitare l’incidente, oltre al fatto che il rischio zero non esiste. Questi strumenti sono fondamentali per una rapida ricerca e salvataggio e vanno portati anche se si affrontano itinerari facili; potremmo essere testimoni di una valanga a pochi minuti da noi e saremmo in grado di intervenire nel caso ci siano persone coinvolte nell’attesa che arrivino i soccorsi.