SENTIERO DEI FIORI, LA FERRATA DELLA PACE
Nebbia, ma tanto divertimento
Mettete fiori sui vostri cannoni! non è uno slogan pacifista degli anni sessanta! Il sentiero dei fiori così chiamato è il percorso di cresta che si sviluppa tra la cima Castellaccio e la Cima Payer che durante la prima guerra mondiale era utilizzato come trincea. Storie tristi e assurde dove gli uomini venivano mandati a "difendere e conquistare" i confini, ma che in realtà venivano mandati a morire sotto le furie delle alte quote.
Noi abbiamo percorso questa bella e facile ferrata in una giornata un po' uggiosa e brontolona... per fortuna solo in lontananza... che ci ha fatto immaginare come potesse essere per un soldato la vita lassù!
Ma andiamo per ordine, in primis la ripresa dopo la mia pausa di ferie mi porta quasi a dimenticare a terra una persona, per fortuna recuperata con una manovra all'italiana tra le vie milanesi. Così con le mille scuse e dopo la lauta colazione nella nota pasticceria nei d'intorni di Edolo, raggiungiamo il Passo del Tonale dopo aver marciato in fila indiana dietro un dannatissimo autobus, vuoto.... si vede che l'autista aveva tempo da perdere!
Pronti via, in poco siamo sulla funivia che ci porta alla partenza!
Seconda figuraccia della giornata, un grosso ometto messo forse da qualche turista annoiato mi porta sul percorso sbagliato, meno male che il mio navigatore a petrolio mi comunica che c'è qualcosa che non va e ritornati sui nostri passi ritroviamo la retta via.
La salita al Passo del Castellaccio risulta faticosa e dura, ma se tutti hanno superato questo step, la ferrata sarà una passeggiata. Ci imbraghiamo e in lontananza vediamo le nubi scure che ci circondano. Da noi però resiste ancora e vista la brevità e i diversi punti di riparo ci "inferriamo" lo stesso!
Per qualcuno è la primissima ferrata e l'emozione è a 1000, ma qui siamo sul tranquillo e la nebbia mitiga un pochino il vuoto intorno a noi.
La ferrata percorre tutta la "cengia" in parte scavata e in parte attrezzata con passerelle, un lungo traverso con vista costante su Ponte di Legno che si trova 1800 m sotto i nostri piedi, un bel salto in Val Sozzine!
Qualche tratto è davvero facile, ma il pezzo forte deve arrivare: i celeberrimi ponti tibetani che raggiungiamo in breve
Ora voglio vedere le facce di chi è la prima volta che affronta questa "giostra". Beh al momento qualcuno mostra un velo di stupore misto ad ansia da prestazione, ma basta mettersi sui primi listelli che la paura passa e il divertimento arriva.
Dopo i ponti, la ferrata diventa discontinua e più facile per diversi tratti. Le nebbie non si sanno cosa vogliano fare, ogni tanto si sente in lontananza un tuono, ma noi siamo ormai alla fine della ferrata, ora una ripida risalita
e giungiamo al bivacco "amici" dove troviamo i simpatici custodi di questo piccolo museo della guerra che ci offrono un the caldo e un caffè con la piccola stufa, immagine confortante.
L'orologio fa tic tac e la paura di perdere la funivia avanza, quindi meglio incamminarsi verso il passo... anche perchè fino ad ora il meteo ci ha graziato e direi che è meglio non aprofittare troppo della sua clemenza!
Così tra una scaletta di pietra e un paio di catenelle siamo al cospetto delle Lobbie e del Cavento che timidamente si fanno strada tra le nebbie
Ora è tutto facile sentiero pietroso fino al passo che per raggiungerlo ci fa fare l'ultima fatica in salita. Ora discesa e... birra... senza bancomat e senza conti separati, uno dei tanti bar da cancellare dall'elenco dei papabili...
Bravissimi tutti e complimenti, oggi tanti primati, i 3000, la ferrata e come sempre un bel gruppo allegro e spensierato