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VALGRANDE, ULTIMO PARADISO DI NATURA, CULTURA E TERRENO DI AVVENTURA

Immersi nel mondo dimenticato della Valgrande attraversandola per intero.

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La Valgrande non piace a tutti, bisogna amare i boschi, i terreni impervi e ripidi, le lunghe camminate dentro valli selvagge e boscose, ma quando si arriva sulle creste ti sembra di essere in paradiso e ti accorgi che sotto i tuoi piedi si estende un mondo silenzioso ormai dominato dai ritmi della natura.

Con questo trekking abbiamo percorso tutto il parco nazionale attraversandolo da nord a sud per intero e visitando tutti i suoi ambienti. Dalle zone più alpine tra Scaredi, con la sua preziosa area umida, e la Bocchetta di Campo dove i camosci sono di casa, per passare poi alle famose strette del Casè con la sua storia di dure lotte tra alpigiani ma anche con i loro vertiginosi canaloni che hanno inghiottito escursionisti e alpigiani al loro passagio. Poi abbiamo avuto i ripidi pratoni sotto la corona di Ghina dove si comprende quanto sia dura la montagna. Momenti di escursionismo intenso dove occorre misurare i passi, prestare sempre la massima attenzione e soprattutto non perdere il labile sentiero che qui sono più tracce di animali che di uomini. Poi abbiamo visto il famoso Pogallo, abbiamo pernottato nella capitale della Valgrande, Cicogna, dove per una sera siamo stati ospitati in uno splendido e ben ristrutturato B&B da una coppia coraggiosa che con grande passione e devozione contribuiscono a non spopolare questi piccoli borghi di montagna gestendo anche il piccolo circolo. Poi è stata la volta della parte più bassa della valgrande con i suoi estesi boschi di castagno e di faggio visitando piccoli borghi, ormai fantasma, come Montuzzo dove ad ogni angolo si trovano i resti della vita passata. Poi c'è Velina con il suo unico abitante che porta avanti una filosofia di vita semplice, c'è anche Corte Buè che forse rinascerà e poi salendo di nuovo sulla cresta ci riaffacciamo al rumoroso mondo moderno. Beh lo sapete che non appena abbiamo sentito il rumore del "nuovo mondo" abbiamo avuto due sensazioni opposte!? la prima di sollievo, abbiamo quasi finito le fatiche, la seconda di dispiacere perchè era così bella quella musica di natura, rumori, aria, picchi, ghiandaie, castagne che cadevano dalle piante ecc...

Beh raccontare tutto diventa lungo e forse noioso, quindi in questo racconto faccio parlare più le immagini... forse!

Da Fondo li Gabbi iniziamo la nostra lunga salita

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Con calma, ma non troppo, abbiamo raggiunto la Cima della Laurasca, purtroppo avvolta dalla nebbia. Panorama zero e pochissima gente in giro solo qualche spaurato escursionista di giornata.

Quando iniziamo a traversare verso Cima Binà e il nostro bivacco ci accorgiamo di un nutrito gruppo di svizzeri che si avvicina e il primo pensiero va al posto per dormire! Cerco di aumentare il passo, per la gioia dei miei escursionisti! Non dovremo avere problemi di posto, ma meglio non perdere troppo tempo! Nel frattempo usciamo dalle nebbie

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E finalmente raggiungiamo il nostro agognato e sofferto bivacco

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Riusciamo a sistemarci e mi balena l'idea di salire il Monte Pedum, ma le nebbie che lo avvolgono mi fanno desistere dall'idea, meglio conservare energie! Così in bivacco si passa il pomeriggio chiacchierando e pizzicando qualche cosa mentre la stufa riscalda l'atmosfera umidiccia

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Si fa sera, e dopo la cena da bivacco con tanto di pasta asciutta, salumi, formaggi e mettiamoci anche una crostata si esce a godersi il tramonto

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e la luna piena

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E' mattino chi ha dormito bene, chi meno ma siamo comunque tutti pronti e carichi per la lunga giornata. Oggi si percorreranno le strette del Casè con i suoi impervi passaggi dove l'imperativo è: non scivolare! In questo tratto faremo pochi chilometri e dislivello ma ci vorrà molto tempo a causa del terreno difficile.

La prima stretta ci fa capire subito il suo carattere: ripido!

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La discendiamo con molta attenzione, tra ripidi pratoni e qualche breve salto roccioso, poi traversiamo un canalone che scende vertiginoso nella riserva integrale del Pedum, risaliamo dalla parte opposta dove possiamo vedere la parte appena scesa!

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Passiamo oltre ad una seconda stretta meno impegnativa e poi via per un ripido traverso fino a scendere nella terza, dove ci attende il claustofobico canalino roccioso da superare grazie ad un corrimano.

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Dopo una successiva e ripida risalita abbiamo superato le famose strette del casè. Ma non finisce qui! i prati di Ghina sono forse più insidiosi! Le ginocchia vengono messe a dura prova e anche qui è meglio non scivolare, l'erba secca diventa un vero e proprio scivolo naturale sul quale è difficile riuscire a fermarsi. Scendiamo quindi con cautela ed una volta raggiunta la parte bassa occorre traversare i ripidi pendii alternati a brevi placche rocciose fino all'Alpe Cavrua dove finalmente terminano le difficoltà e qualcuno riesce anche a trovare qualche prelibatezza del bosco pronte per essere messe dentro un risotto. Il mio gruppo di oggi è tutta gente tosta!

Beh dopo tutte queste fatiche un po' di pace e relax ci vuole! quindi si scende a Pogallo e dopo una bella pausa percorriamo il lungo sentiero del rio Pogallo fino a raggiungere la graziosa Cicogna.

Ora non resta che riposare ma prima ci vuole una buona birra per ringraziare la valgrande per questa meravigliosa giornata.

A cena, beh due piatti di risotto a testa, un buon arrosto di maiale con il radicchio, le lenticchie e dulcis in fundo la torta... e ovviamente l'amaro per digerire! Nanna nello stupendo e confortevole B&B di Federico e via che si ricaricano le pile delle nostre gambe, domani è un altro giorno!

Altra giornata? altra traversata! Oggi abbiamo la parte decisamente meno difficile ma lunga e con dislivelli importanti. Passiamo da Montuzzo con il suo villaggio che racconta di una laboriosa vita passata

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Poi dopo qualche tratto attrezzato ma di facile percorrenza è la volta di Velina più soleggiato e vissuto

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Qui non sostiamo e tiriamo dritto... si fa per dire... a Corte Buè dove troviamo una festa! dopo tanto isolamento ci ritroviamo nel caos festoso che all'arrivo provoca quasi una sensazione di stordimento! Però nella pausa ci godiamo l'allegria dei ragazzi dove il cibo non manca tra vino, minestra e salame!

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Gente prepariamo armi e bagagli, che ora ci aspetta l'ultima salita che dopo tutto il sali scendi di questi giorni la sentiremo tutta come se fosse l'ascensione all'everest dalla pianura padana! Ma per fortuna i miei escursionisti sono tipi molto tosti e non cedono nemmeno un minuto

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Così passo dopo passo guadagnamo la Colma di Vercio ora ci si affaccia al mondo moderno! Sollievo ma anche un pizzico di nostalgia per quel mondo naturale incredibile che ci lasciamo alle spalle!

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Ora non ci resta che raggiungere Mergozzo per la meritata birra finale come tradizione vuole!

Grazie per aver partecipato e complimenti, è stato un trekking molto impegnativo su tutti i fronti! mai banale, ma a modo suo affascinante.

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  Le Vie Selvagge di Davide Adamo
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