L'AUTUNNO DEL VEGLIA TRA LARICI E CIME INNEVATE
Un bell'anellone tra panorami e colori autunnali
Se lo scorso fine settimana ho organizzato un bel giro a Devero, non poteva mancare l'Alpe Veglia con i suoi meravigliosi luoghi e colori autunnali! Così visto il cambio programma del fine settimana mettiamoci questo bel Veglia, che così completiamo il quadretto autunnale del 2020, anno funesto e pieno di percorsi accidentati.
Così saltati i consueti ritrovi con le auto piene e stipate ci ritroviamo in 11 con 5 macchine alla partenza dell'itinerario, direi una bella media alla faccia dell'ecologia, ma di questi tempi dobbiamo stare distanziati e fino a quando non inventano il teletrasporto ci dobbiamo muovere così in maniera anti-ecologica! Inoltre mi saltano sempre più spesso le belle colazioni in pasticceria, quelle belle piccole piccole e sconosciute...
Così con l'umore sotto i piedi per l'imminente "lock-down" che stanno annunciando e che ci porterà al divieto di lavorare per far star bene la collettività, perchè noi siamo quelli sacrificabili, iniziamo il nostro cammino!
Stesso quesito del giorno prima: Ci facciamo il pezzo di asfalto a piedi oppure facciamo il gioco delle carte con le auto per evitare la noiosa striscia nera e dura della strada? Vince il ma sì dai tanto è solo poco più di 1 km! Così saltata la logistica auto complessa e l'oneroso parcheggio sul prato al costo di 3 euro, iniziamo il nostro cammino.
Ma il cielo oggi non doveva essere più chiaro? Insomma il 2020 oltre al funesto virus ogni tanto ci mette anche il funesto meteo che non ci azzecca più! Ma non sarà mica colpa del surriscaldamento globale? oppure è un complotto anche questo? Meglio non pensare alle stupidate anche perchè ora siamo sulla noiosa strada di servizio del Veglia dove il gruppo si scioglie come zucchero nel caffè e così abbiamo in testa gli zelanti e galoppanti escursionisti, dietro i meno zelanti e più comodi escursionisti che mi staranno odiando per la ripida strada e in mezzo il sottoscritto che cerca di frenare il davanti e accellerare il di dietro... eventuali commenti maliziosi sono vietati!
Metto solo una foto della strada perchè è assolutamente antiestetica e poco escursionistica e chi mi conosce sa che ho una particolare avversione alle carrozzabili, non tanto per i vari motivi ambientali ma più che altro perchè sono dure e noiose.
Comunque dopo aver raggiunto finalmente la cappelletta ci concediamo una pausa per bere, mentre la beffa delle beffe meteorologiche, scappa qualche goccia di pioggia, al che mi prende una sorta di nervoso! Ma meglio motivare il gruppo con un bel: Tranquilli che più tardi esce il sole".
Comunque finita la strada eccoci finalmente nella piana del Veglia mentre una vaga speranza si apre nel cielo
Allora l'umore inizia a salire, dai andiamo a vedere la cascata che merita una bella foto
Poi uno spiegone veloce sulla "calchera" o meglio chiamata fornace della calce, che ottimamente ristrutturata ci consente di vedere come facevano una volta i "magut" a intonacare i muri.
Qualcuno segue qualcuno guarda in aria, ma oggi siamo un pizzico in ritardo sulla tabella di marcia, quindi gambe in spalla e pedalare perchè il luogo di pausa pranzo è ancora più su.... e poi abbiamo un anello da chiudere! Così via verso il Pian du Scricc
Raggiungiamo la graziosa piana dove pensavo che fossimo soli, invece sparsi qua e la alcune persone riposano al sole caldo del mezzogiorno! Decisamente meno affollato della cima del Resegone che ho raggiunto con un altro gruppo il giorno prima.
Chiacchiere, supposizioni virali, chiusure imminenti, chi la fa in piedi contro chi la fa seduto, cibaglie varie e per qualcuno la sigarettina del dopo pranzo e il sole che ci scalda. Quasi quasi un pisolino.... eh no! abbiamo un anello da fare! Nel frattempo un bellissimo esemplare di Gipeto si aggira volteggiando silenzioso sopra le nostre teste e qui parte lo spiegone sul gipeto, poi è la volta di una piccola arvicola indaffarata a cercare cibo e qui si racconta la favola dell'arvicola e della volpe spalleggiato dall'ufficiale naturalistico che mi suggerisce gli spiegoni. Ma come sempre l'orologio fa "tic tok" ah no quello è il social network! Via che si riparte mentre il sole del Veglia ci sveglia
Ora è il turno della bellissima e appartata zona delle torbiere dove si evincono antichi laghi alpini ormai trasformati in splendidi e pianeggianti prati, noi che camminiamo leggeri sulla distesa prativa... poesie a parte è un luogo davvero incantevole che merita essere fotografato e la neve che imbianca le cime crea una cornice davvero suggestiva
Ma non dovevamo risalire? eh si la risalita è proprio dietro l'angolo. Qui siamo in paradiso più avanti c'è la terribile risalita che dopo pranzo stende tutti al suolo. Con uno slancio di polpaccio e una pompata di gambe e polmoni risaliamo faticosamente al Piccolo passo che ci porta sul lungo e vertiginoso traverso del Sentiero dei Fiori o sentiero balcone chiamalo come vuoi, ma è un bel traversone a picco sull'orrido del torrente Cairasca.
Questo anello era a rischio cambio itinerario in quanto la neve è andata via da pochissimo e fare questo traverso con il sentiero innevato sarebbe stato piuttosto pericoloso, una scivolata nel punto giusto e si finisce diretti nel torrente che si trova 500 m sotto!
Così dopo il lungo traverso iniziamo la lunga discesa, che poi non è mai una vera discesa perchè la risalita anche se piccola è sempre dietro l'angolo. Finalmente dopo tanto camminare desiderosi di una birra, raggiungiamo le prime baite di San Domenico con i suoi graziosi scorci tra Larici, Abeti, Pini Cembri e cespugli di ginepro!
La birra meritata ce la beviamo al barettino di San Domenico, mentre cala il sole e oltre alla nostra birra gelata anche il clima diventa gelato che unito alla chiusura anticipata dei bar ci costringe ai saluti, augurandoci di rivederci presto!
Grazie a tutti per aver partecipato e di aver sopportato una guida nervosa, frenetica, affranta ma che vi fa sempre sudazzare sui sentieri.