TI CHE TE TACHET I TAC VA SU TI AL TACHER
Con le ciaspole sulla cimetta al centro della Val Tartano
Il titolo viene spontaneo a un Milanese! Ma di fatto questa cimetta che è la spalla nordica del ben più alto Gavet ha un panorama di tutto rispetto, una salita che non molla mai e un panorama straordinario su retiche e sulla Val Tartano.
Siamo in un luogo decisamente fuori dalle rotte comuni, dove purtroppo occorre galoppare qualche centinaio di metri di dislivello in più per ricavarsi quella nicchia silenziosa e tranquilla. Oggi un bel gruppetto zelante e chiacchierone, ma questo è anche il bello dell'andare in gruppo: nuove amicizie, allegria e divertimento.... facendo lavorare le nostre gambe!
La giornata alla partenza ha qualche nube residua, ma gli spazi di cielo azzurro avanzano prepotentemente. Le temperature sono decisamente alte. Iniziamo la nostra ciaspolata nel fitto bosco di abeti tipico della Val Tartanto con la sua pendenza quasi verticale che vinciamo con una lunga serie di zig zag. Sarà la concentrazione e lo sforzo iniziale non ho fatto foto in questo tratto, ma superato il primo ripido scalone boscoso usciamo sulla prima radura
La temperatura mite si fa sentire ed è meglio togliere gli strati di indumenti più pesanti altrimenti siamo da strizzare già alla partenza.
Superato il primo scalone ci troviamo sul secondo, qui la neve dura ci impone dei traversi piuttosto scomodi che mal si sposano con le zattere che abbiamo ai piedi. Il sottoscritto che sta sempre avanti cerca di allargare la traccia per rendere agevole il passaggio ma la neve è ancora abbastanza dura e non è cosa facile. Però il gruppo riesce a salire bene a parte qualche tentennamento.
In giro non c'è nessuno e abbiamo il bosco tutto per noi e alla prima radura iniziamo a fotografare il panorama verso le alpi retiche.
Ma cosa ci sarà di bello da fotografare?!
Pizzo Badile e Pizzo Cengalo... e beh
Più su ne avremo da fotografare, ora è meglio salire anche perchè la pendenza è sempre decisa, ma quando troviamo un tetto da ispezionare, ispezioniamo!
Ma la cima dov'è, non sarà mica quella?! Questa volta vi va bene, non è quella ripida ripida, ma volendo con picca e ramponi e un buon capitano la possiamo salire... ma non oggi!
Ci riposiamo all'alpeggio prima della seconda parte della gita, dove troviamo alcuni scialpinisti che sono appena scesi dalla cima.
Poi il sottoscritto vede più tracce che invitano a salire e segue quella ingannevole, ci spostiamo un po' troppo dal pendio più comodo per la salita, quindi è meglio traversare per rimetterci nella retta via, ma anche qui quella più battuta inganna e ci porta su un pendio da ravanaggio puro. Quindi che fare? ravaniamo!
Non appena il pendio lo concede con un breve traverso nel ripido bosco ci rimettiamo sulla parte meno angusta ed esposta al sole sfiorando il ripidissimo versante opposto
Ma qui i giochi sono fatti, ormai la cima è praticamente raggiunta, ci basta percorrere la bella cresta sommitale del dosso.
Ed il panorama è servito su un piatto bianco!
Qui ci possiamo concedere una bella e lunga pausa al sole tra chiacchiere filosofiche in stile uomini, donne e bivacchi... gli strani discorsi degli escursionisti, ma una buona ricetta oggi? niente? che so una Seupa alla Valpellinense, Pizzoccheri chiavennaschi... meno male che oggi sono quasi tutti da birra!
Dai che è ora di divertirci, ci aspetta una lunga e ripida discesa su neve ottima almeno per la prima parte... poi ne discutiamo!
Qualcuno ha bisogno di qualche dritta per scendere! il primo tratto è decisamente ripido ed è meglio affrontarlo con le dovute cautele perchè il versante ovest è piuttosto ripido ed è meglio non scivolare, le nostre ciaspole hanno sempre dei limiti sulle pendenze. Ma dopo pochissimi passi prudenti possiamo iniziare a lanciarci nel bel lariceto.
Sfruttiamo tutte le zone dove la neve non è ancora stata schiacciata dagli sci e questa volta seguiamo la giusta pendenza che ci da soddisfazione ciaspolatoria. rientriamo nel bosco ombroso, ma il sole scalda comunque
Raggiungiamo l'alpeggio dove sostiamo un attimo e dove il sole illumina tutto il versante opposto mostrando la bellezza selvaggia e alpestre della Val Tartano
Poi scendiamo fino a valle dove la neve non è più bella come quella trovata in alto. Il ripido pendio di mezzo lo affronteremo quasi frontale al margine del bosco così da trovare neve più soffice e la discesa meno traumatica per le nostre ginocchia e caviglie. Il bosco che all'inizio pensavamo ci avrebbe dato filo da torcere per la neve ghiacciata è invece risultato perfetto e comodo da scendere e così anche oggi ci siamo una buona birra e una bisciola della Val Tartano da urlo come la barista!
Grazie al bel gruppetto di oggi, bella ciaspolata, bella neve e tanto divertimento