Trekking stanziale nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano
Possiamo dire buona la prima! Primo trekking dell'anno 2021 post restrizioni Covid. Ci siamo andati con i piedi di piombo, cercando di rispettare tutte le norme e con una buona dose di prevenzione pre partenza, così da poter vivere più serenamente le giornate condivise.
Ebbene la meteo è stata più che clemente, mai sole pieno e cocente ma nemmeno nubi pesanti o pioggia, anzi le nubi a volte ci hanno regalato dei giochi di luce straordinari. Il gruppo super simpatico si è messo alla prova con itinerari più complessi del previsto a causa della neve ancora presente su alcuni tratti di percorso e tanti alberi abbattuti e sentieri rovinati dall'inverno ricco di neve e precipitazioni.
Il Rifugio? Ci ha coccolati davvero, buona cucina, panini per la pausa pranzo atomici e la mitica spongata.
Il primo giorno iniziamo subito con un bel giro ad anello!
Dai verdi prati
siamo finiti sulle creste aguzze del Monte Orsaro che prima era Osero, poi Ossaro e poi vattelapesca come si chiama
Qualche tratto ci ha dato dei problemi rocciosi ma con le dovute cautele e istruzioni fresche fresche di scuola del sottoscritto tutti sono stati promossi.
Il giorno successivo che fare? Dopo una roccambolesca ricerca di segnale telefonico per cercare le previsioni ci prepariamo per un'altro anello, stavolta lo facciamo meno crestoso vista una maggiore incertezza meteo per il pomeriggio. Percorriamo una noiosa strada sterrata che ci fa scaldare le gambe, poi una bella salitella nel bosco fitto di faggi... ma saranno faggi o abeti? No per me son betulle! Se son fiori fioriranno, intanto finalmente usciamo dall'ombroso bosco e abbiamo la prima cima della giornata. Qualcuno decide di guardarla dal basso, altri invece decidono di farci un salto e via che si sale
Dalla cima vediamo il Lago che sembra Santo ma poi non lo sarà perchè il sottoscritto dorme poco e la testa è per aria, meno male che almeno i piedi sono ben piantati al suolo.
Intanto scendiamo, traversiamo e scendiamo a un bel bivacco dove una pausa è d'obbligo.
Meglio non raffreddare troppo le gambe, intanto che son calde meglio salire
Ma come sempre l'insidia della neve la troviamo su un bel traverso ripido. Meglio cambiare strada, c'è un sentiero basso che pare asciutto, però anche qui troviamo un nevaio residuo che costringe il sottoscritto a trovare una soluzione meno scivolosa con alcune opere di scavo nevoso.
Così anche questa è fatta, meglio pranzare qui prima di salire in cima, tanto come dislivello è ancora poco, ma meglio rimettere energie in circolo.
Dopo pranzo andiamo di taglio netto e saliamo lungo una prateria per raggiungere il sentiero alto e portarci sull'ambita vetta da dove possiamo ammirare la splendida vista sul golfo spezzino con l'Isola Palmaria in bella vista mentre sul versante opposto abbiamo gli appennini e le Alpi Apuane che svettano severe.
Altra discesa questa volta puntiamo al vero Lago Santo dove ci fermiamo al rifugio per una buona birra esplosiva. Tu dirai chissà che buona, invece l'esplosione è quella della canna fumaria del rifugetto che ci ha fatto sobbalzare, oltre che spaventare visto che si temeva il peggio. Tutto bene per le persone, meno per la stufa ma quella si aggiusta.
Alla sera cena in rifugio e torneo di bigliardino nel nostro privè!
Altro giorno altro anellone, questa volta ci spostiamo in auto guidati da una guida locale, la signora arvicola che si mette in auto con noi. In questa zona c'è un vero e proprio assembramento di arvicole
Partiamo con un bel cielo e un bel sentiero nel bosco, oggi faremo meno bosco e più spazi aperti. In primis abbiamo due bei Lagoni, in secondis abbiamo il lago scuro che oggi è tutto al sole mentre sul suo fondo ci troviamo diverse uova di tritoni e rospi.
Poi è la volta del Lago Bicchiere
Mentre le nubi iniziano a velare il cielo. Oggi doveva essere più bello, ma le previsioni sono appunto previsioni e oggi ne abbiamo avuto la prova. Comunque a parte qualche nuvola scura pare un cielo innoquo. Hei gente c'è il Monte Matto!!! ma vedo dalle facce che inizia ad arrivare un velo di stanchezza, quindi visto che ci aspettano altre cime direi che possiamo soprassedere.
Traversiamo con dei bei panorami
Poi iniziano le difficoltà, vedo in fondo un bel pendio discretamente inclinato con grandi chiazze di neve. Meglio andare a dare un occhio e nel contempo visto che siamo sul crinale e qui il telefono prende a spizzichi e bocconi meglio cercare anche vedere le previsioni aggiornate.
Le previsioni sono buone a parte qualche goccia nel pomeriggio inoltrato, la neve un po' meno. Parte del sentiero è coperto di neve e le pendenze non sono il massimo. La neve è piuttosto molle quindi si riesce a traversare anche senza ramponi ma a sto giro preferisco far indossare le dovute attrezzature per evitare scivoloni. La precauzione non è tanto per la scivolata in se ma per il fatto che poco più a valle ci sono delle rocce che se qualcuno ci finisce sopra si fa maluccio!
Il sottoscritto fornisce il materiale e per un po' si alleggerisce lo zaino. Poi parto a battere per bene il percorso così chi mi segue avrà già la strada spianata, così si va lisci e tranquilli anche qui. Poi qualche sfasciumetto da traversare e siamo di nuovo sulla retta via. Prima di salire con tutto il gruppo vado a verificare anche la parte successiva del percorso. Per fortuna la cima del Paitino è libera mentre la successiva vetta ha ancora della neve e non sappiamo se ce ne sul versante opposto. Meglio quindi accontentarci del Paitino che fa rima con panino vista l'ora.
Ci concediamo una bella pausa tra chiacchiere e panini mentre qualcuno ha talmente fame che si vuole affettare anche un dito. Forse è meglio scendere al rifugio. Per la discesa opto per un bel percorso panoramico dove per fortuna la neve residua non crea problemi e così ci riportiamo nel bel bosco che con un sentiero pietroso ci riporta ai Lagoni. Qui ci troviamo anche dei bei sassi per fare qualche lezione di camminata.
Altra sera in rifugio e stavolta niente bigliardino, meglio riposare!
Ultimo giorno di trek stanziale, stavolta ci spostiamo con l'auto e raggiungiamo uno splendido borgo appenninico sulle alture di Berceto.
Qui è terreno sconosciuto anche per me visto che abbiamo cercato una alternativa e a volte accade che il piano B piace più di quello A. escursione più breve, un sentiero tematico sulle miniere ferrose e una cima dal panorama gradevole immersi da splendide fioriture.
Già durante la salita il sentore dei tortelli viaggiava alla grande, è bastato mettere il naso al ristorante del paese per vedere subito gli escursionisti trasformarsi in EE, escursionisti enogastronomici. Così arrivati in cima è bastata una telefonata per prenotare subito. Non ti dico la discesa dalla cima, mai stata così veloce! i tortelli chiamano e devo dire cheè stata una ottima cosa!
Grazie a tutti per aver partecipato e soprattutto complimenti per la tenacia sui tratti di sentiero resi difficili dai danni dell'inverno appena passato.