Una escursione tra le aree più selvagge dell'appennino Piacentino-Ligure
Affermazione marzulliana a parte, il Monte Alfeo è detto anche Alfeo perchè così lo chiamano gli amici più intimi. Difatti è una di quelle cime intime e generalmente solitarie ma che sanno emozionare se la giornata è quella giusta e noi ci siamo finiti proprio in quelle giornate dove il panorama spazia dalla pianura al mare.
Oggi sono con un bel gruppo eterogeneo come età, sesso, opinioni, andature e chi più ne ha più ne metta. Sono queste però le giornate dove il gruppo è davvero il protagonista e la guida diventa una sorta di presentatore, mediatore alla Gigi Marzullo del dibattito culturale.
Partiamo dal meteo, splendido anche se alla partenza qualche dubbio mi stava venendo osservando la nuvolaglia che insisteva sulla zona che dovevamo raggiungere, ma è bastato un alito di vento che l'azzurro è stato dominante.
Dopo una lauta colazione a suon di brioches, girelle e cappucci e un viaggio degno delle più terribili montagne russe ci ritroviamo alla partenza del sentiero, carichi e con la voglia di camminare in montagna.
Il menù escursionistico di oggi prevede prima un bel bosco fitto che speravo fosse più autunnale, ma oggi non si può chiedere di più
Il lungo bosco tra le chiacchiere, le teorie di coppia e qualche spiegone del sottoscritto ci porta ad un bel borgo appenninico dove la domanda marzulliana è d'obbligo: Ma se il paese è fantasma dove sono i fantasmi? Noi mentre ci pensiamo ci facciamo una piccola pausa perchè ci attende il salitone che tutto in un sol boccone ci porterà in cima.
Qui viene il bello. Anzi viene a mancare proprio il fiato perchè il sentiero ha una discreta pendenza, ma la mia teoria è sempre la stessa se è ripido si arriva prima! Leggo negli occhi di qualcuno lo sguardo torvo del tipo: "Ma perchè mi devi far sudazzare così"
A parte un paio di piante abbattute che hanno imposto un po' di ravanage che qualcuno ha voluto raddoppiare così per autolesionismo riusciamo a uscire dal ripido bosco e godere dei grandi panorami ai piani alti.
Così tra uno sbuff, una pompata di polpaccio ed una di coronarica eccoci alla tanto agognata vetta dove il panorama parla da se. La vista spazia su gran parte dell'appennino Ligure e Piacentino mentre sullo sfondo sberluccica il mare tra Portofino e Chiavari. Il fascino appenninico conquista il gruppo che si gode il sole, il panorama e continua nei suoi discorsi esistenziali tra uomo e donna. Sarà l'autunno ma qui si fanno discorsi troppo maturi. Però l'allegria è sicuramente l'ingrediente principale della giornata. Intanto laggiù il mare calmo luccica (la foto non rende giustizia)
Come tutte le cose belle anche il pausone in cima finisce ed è ora di scendere e lo facciamo da una via più diretta tra ampie radure e gli omnipresenti boschi di faggio, frassino, ontani, noccioli ecc....
Il mood della giornata continua con discorsi intervallati da: ehi questo è un frassino, ehi questo è un faggio, ehi questo è un non lo so aspetta che guardo su PlantNet.
Ridendo e scherzando raggiungiamo le auto e ci autoimponiamo una breve e frettolosa sosta bar a Bobbio prima di rientrare con qualche ritardo nella big city italiana sempre bersagliata dal traffico ma che la guida in veste di pilota è riuscito ad evitare con roccambolesche uscite e numeri da circo stradale.
Bravissimi tutti e gruppo super allegro, alla prossima escursione.