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Trekking Gran Sasso

Cinque giorni con cinque solleoni nella meraviglia d'Abruzzo

Siamo stati a fare trekking in Abruzzo e precisamente nel Parco Nazionale del Gran Sasso tra il meraviglioso altipiano di Campo Imperatore e un pezzo di Monte Velino!

Questa estate ce la ricorderemo come la più rovente e siccitosa di sempre ed in questi cinque giorni ci siamo letteralmente cotti al sole.

Il primo giorno un viaggio lungo e trafficato, Bologna è la capitale del traffico assieme a Milano, ma una coda di due ore prevista dal Santo Google Maps mi ha fatto decidere per una deviazione tra le budrie bolognesi risparmiando una abbondante ora di traffico.

Siamo così dove qualche pausa nella guida a Santo Stefano di Sessanio, che si fà? Sgranchiamoci le gambe e iniziamo la cottura con una bella escursione in quel di Rocca Calascio. Visto l'orario e le temperature accorcio il giro portandomi un pizzico più in alto. Caldo atroce ma dopo ore di macchina un giretto a piedi ci sta e ci godiamo lo splendido castello set di film famosi.

Rocca Calascio

Così dopo la doverosa foto di "vetta" via che fuggiamo alla nostra locanda per doccia e una ottima cena abruzzese!

Drin drin la sveglia suona è il grande giorno del Corno Grande! Si sale a Campo Imperatore e qui sotto il cocente sole delle 9 del mattino ci incamminiamo lungo il bel sentiero che ci porta ai piani alti. Panorami a mille e la bellezza di questo angolo d'Italia veramente unico! ma oggi la salita è dura, caldo e tanta gente sul percorso. Raggiungiamo il primo passo e iniziano le ghiaie, il sole picchia ma il Gran Corno ci affascina.

Salita al Corno grande

Poi raggiungiamo la salita finale e qui inizia la tribolazione: sassi, ghiaia, rocette, confusione, gente che sale, che scende che traversa che magna... Noi saliamo con calma, qualcuno sbuffa, qualcuno sfianca, qualcuno ansia, ansia. Poi raggiungiamo la parte alta, chi getta la spugna chi la sigaretta, ma dopo poco ecco che parte del gruppo raggiunge l'agognata cima.

Ora si scende, ma la discesa causa qualche "mal di stomaco" e il sottoscritto si trova a gestire una complessa situazione provando diverse cure: pagliativo, lassativo, onde d'urto, parole dolci, parole forti, gentilezza e scossoni.... alla fine il bombardamento mediatico con l'aiuto del gruppo fa il suo effetto e la discesa avviene tranquilla riuscendo a scendere in tempo per gli arrosticini a Campo Imperatore dove riusciamo anche a rimediare un passaggio abusivo su un bus sostitutivo che ci riporta alle auto. Giornata lunga e impegnativa per il sottoscritto e per il gruppo, la pelle si fa dura, ma il sole mannaggia è sempre forte! Meno male che la cena è ottima il vino è buono e la sera è fresca!

Cena locanda

Ma il giorno successivo che si fa? Meglio accorciare il giro, il gruppo mi sembra abbastanza sfiancato, il caldo e l'irragiamento solare ci mettono a dura prova. Il vento secco, da una parte da un sollievo dalle temperature, dall'altra ci asciuga e la sete è sempre tanta e la spossatezza pure.

Quindi saliamo di nuovo nella grande piana di Campo Imperatore che per lo meno è in quota e questa volta restiamo sul suo lato più orientale per salire su una cima molto panoramica sul gruppo del Gran Sasso e sulla conca Aquilana e successivamente visitare il particolare Canyon dello Scoppaturo. Qui i sentieri sono poco marcati e anche pochi e il sottoscritto dopo una attenta analisi della geografia sentenzia che il taglione sul pratore è possibile. Certo costa un pizzico di fatica ma ci risparmiamo la noiosa strada di fondovalle che la prende larga, molto larga, poi più si sale e più fresco dovremmo trovare.... ma in questi giorni il condizionale è d'obbligo e spesso rimesso in discussione.

Comunque spezzando a metà la salita con una bella pausa contemplativa siamo in cresta e finalmente una leggera brezza ci rimette in pista, ora lo strappetto ripido ed ecco la cima. Totale 500 m di dislivello che sono sembrati 1000! In cima svacco, relax, pranzo frugale e chiacchiere.

Monte Bolza campo imperatore

Scendiamo dalla cima compiendo un semi anello ed eccoci dentro il Canyon, scavato da antichi torrenti, dove qualcuno decide di lanciare le palline al cagnolino che letteralmente sgomma sulla terra mentre altri si mettono a giocare all'autoscontro. Lascio le immaginazioni fantasiose di persone che si scontrano e si incontrano....

cane corsa

Ritornati alle macchine, si scende per il terzo tempo a base di spritz annacquato, birra artigianale di dubbia provenienza e pochi e salati salatini.

Il punto di riferimento della giornata è la ottima cena della locanda che ogni giorno ci delizia il palato in maniera impeccabile, mentre qualcuno conquista la simpatia di camerieri e cameriere che riescono a tenere banco sulle ordinazioni caotiche, per fortuna il vino arriva sempre dopo altrimenti il primo che diventa secondo e il secondo con il primo, ma il dolce che fine ha fatto...

Altro giro altra caldazza, questa volta ci spostiamo di zona e andiamo nel Parco del Sirente-Velino, un vero gioiellino... fa anche rima... Dopo aver finalmente trovato il benzinaio giusto che ci fa il pieno alle auto, raggiungiamo felicemente Campo Felice, qui conduco il gruppo verso una strada sterrata che dopo qualche tentennamento sulle probabili buche riusciamo a percorrere senza intoppi.

Il luogo vedo che piace: un po' di bosco, praterie, rocce dolomitiche, uno dei pochi rifugi in quota abruzzesi e una cima molto panoramica sul confine tra Lazio e Abruzzo.

Anche oggi prevedevo un giro ad anello ampio e da leccarsi le dita, ma complice il caldo, decido subito di accorciare altrimenti mi lascio una scia di cadaveri, me compreso. Saliamo per una pista forestale ammirando lo splendido vallone ed eccoci al rifugio che troviamo aperto e molto ospitale. Prima del pranzo con svacco, raduno gli amanti della cima a tutti i costi e saliamo sul monte costone, tranquillo all'inizio e poi con un bel sentierino ripido su ghiaie dolomitiche che in discesa richiedono un po' di attenzione per non lasciare le chiappe a terra. Intanto in cima il panorama è da urlo e piace molto, sullo sfondo si intravede la linea di costa tirrenica verso Ostia e Roma. Qui si respira l'aria della capitale!

Monte Costone

Ci concediamo una bella pausa in rifugio che propone un buon piatto di pomodori freschi, cosa rara per noi abituati ai pizzoccheri e alle polente. Poi discesa diretta per sentiero con caldo atroce ma per fortuna sotto abbiamo il bosco. Altro terzo tempo, questa volta seguo il consiglio della rifugista promettendoci che i due paesi del versante opposto offrono più bar, ma di fatto a parte il classico bar sport non troviamo altro di ispirazione. Nella discesa una macchina ha qualche problema con il radiatore e si impone una sosta che coincide con una bottega bar, posteria ecc... quindi in attesa che il radiatore sfiati, ci sfiatiamo anche noi con bevande fresche. La conclusione è con una ricerca di un meccanico e un servizio navetta da parte del sottoscritto per recupare gli appiedati. Mannaggia alle sfortune... sarà il caldo?

Tutto si risolve con un auto dal meccanico sul finale ma la cena è salva e il gruppo e in locanda senza dispersi nel deserto acquilano con 40° all'ombra!

La sera procede con una buona cena finale, tante risate, ci si racconte le bravate da giovani scapestrati, servizio di leva per i nostalgici del quando ero a militare ecc.... Poi una bella passeggiata serale a rocca calascio ad ammirare le stelle

stellata a Rocca Calascio

Giorno della partenza, un'auto fuori uso ma per fortuna che siamo con un'auto in più altrimenti ci toccava la notte in più! Vista la caldazza e il viaggio lungo il sottoscritto ricerca una alternativa più fresca, nel bosco e possibilmente con acqua. Trovo smanettando su internet un percorso breve verso una cascata con salto di roccia. Ok andiamo! il percorso pare breve.... appunto pare! La segnaletica mal messa ci fa arrivare su un pratone con erba alta e un caldo asfissiante, il mio cervello fuma. Poi decido di abbandonare! troppo caldo, salita incerta e la cascata che non si vede nemmeno a pagarla.

Lungo la discesa raggiungiamo l'ultimo segnale noto e poco più a monte scorgiamo un sentiero, sarà quello? poco più avanti un ometto. E' lui mannaggia! intanto che si ricompatta il gruppo costruisco un ometto in corrispondenza del bivio con tanto di freccia a indicare il percorso così che i prossimi non finiscono nel ripido pratone con vista autostrada.

Il sentiero si fa bello, poi meno bello, poi il cervello fuma e poi esplode. Oggi è una giornata decisamente no per il sottoscritto. Mai successo: caldo, stress, stanchezza, troppa carne al fuoco, troppi pensieri, troppo tutto. Fatto sta che ci fermiamo in una pozza nel bosco per rinfrescarci e la vista impagabile sul Corno Grande alla partenza e così ricomposti si torna alle auto e si affronta il lungo viaggio di rientro per fortuna senza traffico.

Corno Grande

Grazie a tutti per aver partecipato, il caldo ha messo a dura prova le nostre gambe, fiato, cervelli e tutto il resto, mi auguro nonostante tutto abbiate apprezzato.

gruppo milano trekking gran sasso

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