Tre giorni di escursioni tra le meraviglie dell'alta ossola
La val Formazza offre innumerevoli percorsi di escursionismo e grazie ai suoi rifugi sparsi in tutta la valle è possibile fare trekking di più giorni interessanti. Questo fine settimana con un bel gruppo misto tra Milano, Varese, Monferrato e novarese abbiamo messo insieme un gruppo di ottimi camminatori che si sono divertiti sui sentieri dei 3000 metri!
Il ritrovo per tutti è alla cascata del Toce, in questo periodo più che mai povera di acqua, caldo e siccità hanno messo in ginocchio anche gli invasi idroelettrici che funzionano al limite delle loro capacità.
Caldo e problemi ambientali a parte, facciamo una breve conoscenza con tutti i partecipanti una piccola logistica auto giusto per evitare un in più inutile e via che siamo pronti a partire! Il primo giorno nel menù è la sola salita al rifugio Margaroli, ma meglio farla non dal classico sentiero anche perchè noi cerchiamo gli angoli meno noti e più selvaggi.
Così con una bella salita frontale un bel traverso e un valloncello raggiungiamo il nostro primo passo del giorno e "chi chiri chiiii" ci fermiamo a mangiare qui al riparo dal vento ammirando la cima che ci attende per il giorno dopo.
Mentre illustro le cime e la cima del giorno successivo vedo già sulle teste una serie di punti di domanda: "ma è lì?" "ma non è troppo verticale?" "ma ce la farò?" "ma sei sicuro che si sale?" "ma sono solo 1000 m?" Domani ve lo dico.... anzi ve lo dimostro!
La pausa è anche l'occasione per rompere il ghiaccio e conoscerci, poi arriva il momento di scendere al rifugio per un pizzico di relax, torta e birra! Ma siccome è presto propongo un giretto tardo pomeridiano per farci venire fame a cena e così visto che è a portata di piede prendo qualche coraggioso escursionista e salgo al Passo di Nefelgiù dove troviamo gli amici stambecchi che stanno già cenando abbondantemente. Anche noi decidiamo di cenare e quindi scendiamo al rifugio per sistemarci e prepararci per "uscire a cena"!
Cena buona e con porzioni generose, giuste per ricaricare le batterie per il giorno successivo.
Così manco a dirlo propongo la colazione presto appena è possibile e do appuntamento per le 7.45 pronti così entro le 8.00 si parte. Questo gruppo mi sorprende perchè già 15 minuti prima dell'appuntamento erano fuori ad aspettarmi mentre il sottoscritto se la prende con calma. Ops qui c'è gente che spacca il minuto, meglio essere più reattivo!
Intanto il mattino ha l'oro in bocca e noi ce lo gustiamo tutto con i bellissimi colori delle cime appena illuminate dal sole. Intorno a noi silenzio e pace! muoversi al mattino presto ha i suoi santi vantaggi basta svegliarsi presto e aver voglia di fare fatica.... senza di lei la montagna non ha sapore!
Saliamo con buon passo ma senza correre troppo, oggi il meteo è splendido non sono previsti nè temporali nè nuvoloni, quindi viviamoci la giornata a pieno!
Raggiungiamo il primo colletto e di qui scendiamo al lago del Busin, poi lo contorniamo e click clak scattiamo foto. C'è sempre una incredibile pace. Poi raggiungiamo la diga, il bivacco ed ecco la nostra cima e il pendio da salire. Qualcuno ingoia la salivazione azzerata dicendo "ma sei sicuro che si sale di li?" "ma non è ripido?" "mah io non so se ce la faccio" ... Tu sali e vedrai che più ci vai vicino è meno è drammatico.
Noi saliamo, saliamo, saliamo, i prati vengono sostituiti dagli sfasciumi ma saliamo. Qualcuno deve tirare il fiato, lo tiriamo tutti, poi qualcun'altro tenta di gettare la spugna: "Mazza se è ripido".
Poi saliamo, saliamo e alla fine non si sale più perchè si può solo scendere, ergo siamo in cima. Panorama da urlo, ambiente stupendo tra laghi a perdita d'occhio, rocce, ghiacciai, praterie: tutto quello che la montagna può offrire. Chi ha titubato per gettare la spugna si ricrede e si lustra gli occhi. La vera conquista è quella che facciamo noi accettando la fatica, stringendo i denti e raggiungendo il nostro obbiettivo che seppur inutile è qualcosa che ci da un senso di appagamento e ci da una botta di vita incredibile.
Foto, pausa pranzo, contemplazione e poi si scende. La discesa? beh alla fine è risultata più facile della salita perchè tutti i timori e le incertezze sono svanite così come le fettine di gallette nel mio stomaco che richiede il terzo tempo al rifugio. Ma prima meglio fare un tuffo nel lago viste le temperature!
Altra cena ottima e questa volta con un po' di ruffianaggine e sfacciataggine richiediamo un secondo alternativo e veniamo accontentati con uova speck e polenta, una delle cose più buone e nutrienti per noi escursionisti gourmet!
Drinnn Drinn altra mattina con l'oro in bocca! Oggi abbiamo la parte più dura del trek ed anche una inedita per il sottoscritto. Un percorso di alta quota sfiorando di nuovo i 3000 m, 2950 m per la precisione, dove tra qualche sfasciume, qualche breve passaggio esposto e un po' di ravanaggio ci porterà di nuovo a Riale. Il percorso è lungo, molto lungo, il dislivello medio ma poi la sorpresa di una risalita che dalla traccia sulla mappa sembrava molto breve è risultato in linea con i 900 - 1000 dei giorni precedenti. Risultato qualche escursionista che mi manda a stendere per il dislivello sottostimato di poco meno 200 m ma poi recupero punti con la straordinaria bellezza di questo posto. Anzi alla fine quei duecento metri in più sono stati la soddisfazione di tutti perchè come sempre le cose conquistate con sudore, fatica e un pizzico di follia sono le migliori!
Questo racconto ha preso la vena filosofica!
Fatto sta che dopo aver passato degli sfasciumi, ravanato tra boccioni di serizzo, gneiss di vario genere, micascisti e chi più ne ha più ne metta per evitare due nevai completamente ghiacciati ci ritroviamo in un paradiso fatto di rocce, ghiacci e panorami sconfinati e nel mezzo le splendide e accecanti guglie.
Qui ci concediamo una bella pausa per ammirare, fotografare e imprimere nella memoria le visioni stupende che queste alture offrono. Oltre le guglie l'Arbola con i suoi versanti glaciali, il ghiacciaio del Sabbione, la conca del Vannino, il Monte Giove sullo sfondo da una parte e la visione glaciale della zona del Furka e del Grimsel in Svizzera, stambecchi che corrono felici, forse, è il cielo azzurro di una giornata stupenda!
Poi il tempo corre e la strada è ancora lunga meglio salire al punto culminante della giornata, prima risalita! Poi scendiamo ma qui veniamo rapiti dagli stambecchi che danno spettacolo e non possiamo non fermarci a fare click clack con le nostre macchine fotografiche e cellulari.
Poi di nuovo giù ora per facili pietraie e qualche breve sfasciume e siamo al laghetto! Dai che ora scendiamo al rifugio... ma dov'è il sentiero? boh l'ultimo bollo è qui e l'altro?. Cerca ravana nella piana poi alla fine guardando in alto eccone uno! Ah! lì! quindi si sale non si scende! Ah ma l'altro è ancora più su! Ah ma allora è quella traccia ancora più su! Momento di sconforto! Allora lancio l'onda di ottimismo, dai che la birra è proprio dietro quella altura da li si scende! Va beh non so quanto mi hanno creduto in quel momento però "Addasalì!" e così salimmo non così poi lunga e scendemmo e finalmente birra, pasta asciutta e pronti per l'ultimo tratto di discesa a valle.... dove non è mancata seppur breve una risalita!
Grazie a tutti per aver partecipato e complimenti, siete stati degli ottimi escursionisti! Arrivederci alle prossime avventure!