Piano B con escursione sul Lario tra vento freddo e nubi.
Quando le previsioni meteo non sono attendibili nemmeno il giorno prima è come lanciare la monetina per fare testa o croce. Io ho detto testa e invece è uscita croce! Beh noi la croce l'abbiamo raggiunta ma il meteo non era quello promesso!
La giornata doveva essere in quel della Liguria, ma visto il vento di burrasca e la pioggia prevista soprattutto sulla costa ho dirottato il gruppo che si è ridotto di numero sull'alto Lario dove le previsioni promettevano almeno la mattinata buona con una cima che anche per il sottoscritto risultava mai salita, quindi vai di nuova meta.
Ma si sa che le previsioni come dice il termine sono come leggere la sfera di cristallo made in china, a volte fanno cilecca!
Mi ritrovo con il gruppo in quel di Gera Lario e dopo una buona colazione con pagamento finale complicato risaliamo la stretta e tortuosa strada che ci conduce nei pressi di una chiesetta.
La partenza è in un bel bosco di pino silvestre, fresco, ma oggi di fresco ne abbiamo a folate di vento. Eh sì perchè se qui doveva essercene meno, era comunque presente, freddo come una sberla di pinguino.
Dopo la lunga e noiosa strata poderale eccoci agli alpeggi
Qui ci si pongono due strade una che risale il pendio a sud più lungo ma che si sviluppa lungo una affascinante e ampia cresta ed uno a ovest più breve. Visto che l'ora è buona opto per il più lungo ma il sottoscritto cilecca un bivio, forse distratto dai due caprioli avvistati tra il rado bosco, e dopo qualche dubbio sulla sua strana direzione si accorge che il sentiero da seguire è più sopra. Visto che abbiamo dei bei e ampi pratoni invitanti, invece di tornare sui nostri passi decido di risalirli così evitiamo di ripassare dagli alpeggi e magari riusciamo a vedere di nuovo gli ungulati.
Già che ci siamo provvediamo ad un opera di deforestazione con un sano e breve ravanage tra le piante
Poi di nuovo sul pratone ed infine ecco ripreso il sentiero più marcato. Ora si deve risalire e che panorama dietro di noi!
Beh sarebbe bello se si vedesse, però oggi la montagna ci offre il suo lato severo, quello che ti dice "ehi qui comando io". Si parla di una altalena, quella dove tutti si fanno il selfie, invece tra un fiatone e l'altro una volta giunti in cima, l'altalena non c'è e a parte una lapide dedicata ad alcuni alpini caduti in battaglia non se ne vede l'ombra.
Foto di vetta veloce, una pausa per bere qualcosa di caldo e sgranocchiare qualcosa e via in discesa anche perchè dal basso arrivano nutriti gruppi di persone, quindi per evitare la folla di vetta meglio scendere.
Qui troviamo qualche tratto ancora innevato, mi porto più avanti per controllare se è prudente scendere da quel versante... in alternativa si potrebbe traversare sul versante opposto con una piccola risalita e scendere da dove siamo arrivati. I passaggi sono innevati ma non ghiacciati e si riesce a scendere con un buon margine di sicurezza e un po' di aiuto da parte del sottoscritto.
Raggiungiamo il colle e finalmente ecco la famosa altalena, dove la foto in volo è d'obbligo!
Missione compiuta, cima fatta, altalena salita ora scendiamo alla ricerca di un luogo caldo per il terzo tempo dove ci rigeneriamo a suon di pizzoccheri, torte e altre leccornie prima di fare rientro a Milano stranamente senza un traffico esagerato e in un orario davvero da sciuri!
Grazie a tutti per aver partecipato e per aver aderito alla proposta alternativa. Il meteo non era quello promesso ma il luogo davvero incantevole.