Due giorni avventurosi per raggiungere il Passo del Venerocolo
La nostra due giorni, è iniziata con tanti dubbi, molte variabili e la tanta tantissima neve presente in quota e la tanta, tantissima acqua a valle. I dubbi sul riuscire a partire erano forti, ma come spesso accade tentare di vedere sia sul posto che sul come si evolve il tempo sia sempre la miglior cosa.
Alla partenza, la pioggia e il temporale. I tuoni e lampi alti e lontani mi fanno protendere di raggiungere il rifugio che si trova alla fine della strada e alla base del vallone dal quale si sale al nostro rifugio. La strada per lo meno essendo nel bosco e in basso non era rischiosa. Così mentre la pioggia scende raggiungiamo il primo lago ed ecco le prime timide schiarite. Il cielo diventa sempre più chiaro. Decido di proseguire e di raggiungere il rifugio dal quale ci possiamo riparare e rinfocillare un attimo.
Nel frattempo il cielo si apre sempre di più è la famosa finestra asciutta è arrivata e anche meglio del previsto. Dopo una breve consultazione con il rifugista decido di proseguire. Il sentiero sapevo essere diventato una sorta di torrente, lo immaginavo, ma non mi aspettavo il passaggio a fianco alla cascata così impetuosa. Risaliamo il rivolo di acqua lungo il sentiero che diventa presto un vero e proprio torrente. Si fa fatica e ci si bagna i piedi, fin qui tutto bene.
Raggiungiamo la famosa cascata e qui mi viene una serie di dubbi, sono pronto a dire torniamo indietro, di qui non si passa. Una volta raggiunta la base c'è ancora un discreto spazio per passare, occorre ovviamente fare un pò gli equilibristi ma il passaggio anche se spaventoso è abbastanza sicuro. Mi metto al centro e uno alla volta faccio passare tutti.
Il tratto successivo è una sfida a trovare il passaggio meno allagato. Ma dopo qualche gioco di equilibrismo tra un sasso e l'altro arriviamo finalmente al pantano basso, dove già il nome ci suggerisce che sarà bagnato anche quello. Per fortuna che qui l'acqua è bassa e con un ultimo guado e una mia defaiance sentieristica siamo finalemente sul sentiero del calvario con un sole spettacolare e il cielo azzurro.
Al rifugio riusciamo ad asciugare i nostri scarponi tra il sole e la provvidenziale serpentina asciuga scarponi e qualche foglio di giornale. Cena buona e abbondante, notte quasi insonne per il sottoscritto e qualche temporale fuori.
Il giorno successivo ci aspettavamo un cielo più sereno, invece un po' di nubi di umidità circondavano le cime ma i buchi di cielo azzurro non mancavano. Non erano comunque nubi minacciose.
Dopo colazione, partiamo. La prima parte su sentiero poi poco oltre la metà del percorso ecco la neve, inizialmente discontinua e marcia e poi più consistente e decisamente portante. Una bella neve che si sale senza sprofondare troppo a parte quando ci si avvicina alle rocce dove i buchi sono insidiosi. Basta un pò di accortezza e si riescono ad evitare. Raggiungiamo il punto chiave della salita al passo. Ci sono circa 30 metri di pendio più ripido a circa 30° dove occorre attenzione. Qui mi metto a creare dei solchi con gli scarponi per facilitiare la salita al gruppo, ma la neve è più dura del previso e faccio un po' di fatica. Per evidare un secondo traverso ripido decido di salire verso le rocce dove la pendenza è minore, ma occhio ai buchi.
Finalmente raggiungiamo il passo. Siamo a 3150 m di quota e ce ne accorgiamo perchè veniamo accolti da un bel vento freddo. Le nubi diventano più scure, guardo verso la cresta che ci avrebbe portato in cima e anche li un breve tratto molto più ripido di quello che conduce al colle mi fa desistere. Qui occorre avere anche la picozza, inoltre il vento forte non ci avrebbe fatto godere della salita.
Facciamo qualche foto e scendiamo subito, qui fa freddo e qualcuno inizia a soffrirne. Affrontiamo il tratto ripido che mette un pò in crisi e in ansia, la neve inizia a smollare di più. Una piccola scivolata sul nascere ci fa sussultare, ma una volta in piedi è bastato fare 20 metri ed eravamo già su pendeze decisamente più tranquille.
Rientriamo al rifugio, ci rinfocilliamo con pasta asciutta e panini e riprendiamo il nostro cammino. Ora faremo il passo che non abbiamo potuto fare il giorno prima a causa della pioggia e del tempo a disposizione.
Saliamo sullo stretto intaglio del Passo del Lunedì e una volta scesi raggiungiamo il Lago di Premassone dal quale poi ci congiungiamo al tratto fatto il giorno precedente con decisamente meno acqua e la cascata meno vigorosa e spaventosa. Dopo un'oretta e mezza di cammino eccoci di nuovo alle auto per rientrare a casa.
E' stata decisamente avventurosa e con condizioni molto particolari, i sentieri erano torrenti e in ogni caso questa estate tra la tanta neve che sta fondendo velocemente e le piogge frequenti molti passaggi sono diventati più insidiosi. Alcuni percorsi occorre attendere Settembre, quando la neve sarà completamente fusa e i torrenti meno gonfi.
QUALCHE FOTO DEL TREKKING
Il percorso completamente allagato e la cascata
Il ritorno del sole e dell'estate
Il Rifugio Garibaldi e sullo sfondo il Passo del Venerocolo ancora innevato
Dopo il canyoning un aperitivo!
La salita al passo
Il Passo del Lunedì in discesa
Il gruppo al passo